IL VIAGGIO
  1. On the road
  2. La mappa del viaggio
  3. Preparazione

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Ottavo Giorno - 23 Settembre 2013
Modesto - Yosemite NP - Olancha


"Solo lo stolto percorre correndo il cammino della vita senza soffermarsi ad osservare le bellezze del creato." (Proverbio Tibetano)


Già qualche settimana prima di partire dall'Italia avevamo sentito parlare dell'immenso incendio che aveva devastato una quantità impressionante di superficie boschiva all'interno dello Yosemite e a causa del quale il parco era stato chiuso ai visitatori. Fortunatamente pochi giorni prima del nostro arrivo negli Stati Uniti l'incendio è stato domato e completamente estinto e il parco era di nuovo accessibile per le visite.
Alzati di buon mattino e consumata la colazione a base di "Cinnamon Rolls" e caffè nella reception del motel, apprendiamo dalla TV che tre giorni prima, il 20 di Settembre, in un parco di Chicago c'è stata una sparatoria: due tizi che passavano in auto si sono messi a sparare a casaccio ferendo ben 13 persone. Decisamente turbati dalla notizia intavoliamo una discussione con il receptionist che è un immigrato (forse pakistano) e che critica la libera vendita delle armi. Dopo poco salutiamo il nostro interlocutore e ci dirigiamo sulla statale 132 per poi prendere la 120 che attraversa utto il parco fino al Mono Lake. Da poco imboccata la statale 120, che in quel tratto prende il nome di "Big Oak Flat Road", giungiamo a Grooveland, dove lungo tutta la stradasono affissi cartelli e slogan di ringraziamento verso i vigili del fuoco per il loro lavoro e sacrificio grazie al quale il paese non è stato raggiunto dall'incendio. Appena usciti dalpaese ci fermiamo in una piazzola a bordo strada ad osservare il panorama e capiamo il perché di tanta gratitudine: di fronte a noi si estendeva a perdita d'occhio un'immensa distesadi cenere e tracce di bosco bruciato che superava l'orizzonte offrendo uno spettacolo impressionante e inquitante. Sul bordo della piazzola un cartello provvisorio esponeva i datidell'incendio, che risultava essere il terzo più grande della storia della Sierra Nevada, con 1041 Km quadrati di bosco bruciato e 11 case, 3 strutture commerciali e altri 98 edificidistrutti. Sul cartello si avvisava anche del divieto assoluto di fermarsi ai bordi della strada per il tratto interessato dall'incendio per motivi di sicurezza: in alcuni punti,infatti, c'erano ancora tronchi che fumavano e il rishio era quello che potesse riprendere un rogo.
Dopo aver assistito a questo spettacolo inusuale, continuiamo per la strada verso l'ingresso principale del parco, mostriamo la nostra tessera ed entriamo, con l'intento dipercorrere tutta la statale e fermarci nei punti che ci avrebbero ispirato. Ovviamente, ogni cosa e ogni luogo ci ha ispirato e le fermate sono state tante, documentate da un'ingentequantità di foto. I panorami di cui si gode da quella strada su boschi, rocce, montagne, vallate e fiumi sono tutti fantastici, soprattutto per chi, come noi, è abituato a paesaggimolto diversi. Ci siamo fermati sulle rocce a passeggiare, abbiamo incontrato e toccato la neve, attraversato boschi immensi e fatto conoscenza con sassi e pini solitari che siaffacciano a picco sulle pendici dei monti. La giornata è stata anche occasione di incontro e condivisione del nostro viaggio. Giunti ormai ad oltre metà della statale 120, nel trattoche prende il nome di "Tioga Road", durante una sosta sulle rive del bellissimo lago Tenaya, abbiamo fatto conoscenza con una coppia di toscani che ci hanno facilmente riconosciuticome loro conterranei sentendoci parlare. Loro erano in viaggio di nozze e facevano un percorso simile al nostro. Dopo esserci scambiati qualche esperienza ed aver fatto qualchefoto, anche insieme, ci siamo salutati e siamo ripartiti. La mattina era ormai finita e la fame cominciava a farsi sentire. Decidiamo di continuare sul percorso e di fermarci a mangiare non appena avessimo trovato un posto che ci ispirava. Dopo alcune fermate per immortalare scenari che non potevano essere persi arriviamo all'uscita del parco e, fortunatamente, subito dopo incontriamo uno shop/fast food che non solo ci ispirava, ma che era anche l'unico posto per mangiare nel raggio di decine di chilometri. Eravamo in unalocalità chiamata Lee Vining, in prossimità del lago Mono che poteva essere ammirato dall'altura sulla quale ci trovavamo. Ci fermiamo quindi per mangiare, ordiniamo un piattocaldo e incontriamo di nuovo i nostri amici toscani. Decidiamo allora di sederci con loro e, prima di lasciarci, di scambiarci i nostri contatti per poterci ritrovare attraversoFacebook.
Poco più in alto del ristorante, da una piazzola su cui si erge fiera (come tutte) una bandiera degli Stati Uniti, è possibile osservare il panorama sul Mono Lake e la sua isolacentrale e uno scorcio della US road 395 che percorre la Owens Valley e che ci porterà ad Olancha, la nostra meta per la notte. Ammirato il paesaggio che, come tutti i precedenti, nonlascia affatto indifferenti, riprendiamo il cammino e ci inoltriamo verso sud nel deserto della valle che sta tra la Sierra Nevada e la White Mountain. Per la prima volta vediamoil deserto con i suoi splendidi colori e con le sue oasi verdi nelle quali si sono sviluppati dei piccoli centri urbani come Bishop, Lone Pine, e Independence. Giunti versola nostra meta finale il sole inizia a scendere dietro la Sierra Nevada, offrendo degli spettacoli ricchi di colori.
Finalmente giungiamo al nostro motel "Olancha Ranch Motel", che abbiamo scelto prima di partire dall'Italia sulla base dei commenti dei visitatori precedenti che lo definivanoun posto decisamente rustico ed isolato: niente di più vero. Sul fatto che sia isolato non c'è dubbio, siamo a molte decine di Km da qualunque centro abitato degno di essere definito tale e vicino a noi, a qualche km, abbiamo solo un distributore con un piccolo market ed un emporio sul cui muro esterno è raffigurata un'enorme bandiera degli Stati Unitie la scritta "God Bless America". Sul fatto che sia rustico, sicuramente lo è, ma con un'accezione diversa da come lo intendiamo in Italia. In ogni caso, veniamo sistematiin una piccola camera con un letto ad una piazza e mezzo ed un piccolo bagno, situata in un edificio di legno tipico dei Ranch. Non avendo idea di come fare a mangiare ci dirigiamoverso il minimarket del distributore e compriamo qualche pacchetto di patatine, dei dolci alla cannella e qualche bottiglia di birra con i quali, tornati in camera, ceniamo.
Al calare della notte usciamo a piedi per goderci un po' di buio, che in quella parte di mondo è veramente molto buio e notiamo che da lì si vede un cielo limpido e stellato comenon siamo abituati a vedere normalmente. Non avendo altro da fare rientriamo in camera ed andiamo a letto, pronti per il viaggio verso Las Vegas, attraverso la Death Valley, dellamattina dopo.

Condivisione della giornata su facebook:
Ottavo giorno, una settimana negli USA. Direi che ci siamo adattati perfettamente. Le macchine fotografiche fumano, ma è impossibile immortalare degnamente quei paesaggi che oggi ci hanno lasciato senza parole: i boschi, le rocce, la neve, i laghi e le immense vallate dello Yosemite National Park, e i colori del deserto dell'altopiano ai piedi della Sierra Nevada. Ma a fumare sono anche quelli che prima erano boschi del parco e che il recente incendio ha trasformato in campi di cenere che si estendono a perdita d'occhio per decine e decine di chilometri, offrendo una visione impressionante e senza precedenti.Adesso ci concediamo l'unica cena possibile quì, ai piedi della Sierra Nevada, per prepararci alle nuove avventure di domani: Death Valley e... Las Vegas! Invito a cercare su Google Maps "Olancha Ranch Motel", perché a parole non si può spiegare dove siamo finiti a dormire stanotte...
Foto del giorno
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