Settimo giorno - 22 Settembre 2013
San Francisco - Modesto
"Un viaggiatore che non osserva è come un uccello senza ali." (Moslih Eddin Saadi)
Constatando con piacere che fuori splende il sole, lasciamo definitivamente il motel Mission Inn di San Francisco per dirigerci verso Modesto, sulla strada per lo Yosemite National
Park. Prima di lasciare la città però non può mancare la visita al Golden Gate Bridge. Ci dirigiamo verso il famoso ponte attraversando in auto tutta la città semideserta e ci
ricordiamo così che è Domenica: la nostra prima Domenica negli Stati Uniti. Purtroppo, giunti nel parcheggio del parco del Golden Gate dobbiamo farci una ragione del fatto che il
ponte e tutto il resto del mondo che lo circonda è avvolto in una fitta coltre di nebbia grigia che impedisce di vedere qualunque cosa. In effetti San Francisco è anche chiamata
"The fog city" e oggi si capisce benissimo il perché. Decidiamo comunque che il ponte va visto e che quindi aspetteremo il calare della nebbia: sono le 9 di mattina e prima o poi
dovrà pure diradarsi! Il Golden Gate attraversa uno stretto lembo di mare che costituisce l'unico collegamento della baia con l'oceano. L'estremità sud del ponte, dove abbiamo
parcheggiato la nostra auto, si appoggia su una stretta protuberanza di terraferma che in passato è stata fortificata per proteggere l'ingresso alla baia. Nell'attesa iniziamo a
passeggiare verso ovest passando in mezzo agli antichi bunker che si affacciano sull'oceano, anch'essi immersi totalmente nella nebbia e praticamente invisibili. Dalla posizione
in cui siamo la mappa del parco dice che dovremmo godere di una vista privilegiata sul Golden Gate, ma purtroppo riusciamo a vedere solo il grigiore della nebbia. Decidiamo
quindi di spostarci subito sul lato della baia e di scendere al livello del mare percorrendo il "Battery East Trail", il sentiero che segue la linea delle antiche batterie di
cannoni. Più in basso l'aria è pulita, ma il ponte resta ancora invisibile nella foschia che incombe sopra le nostre teste. Finalmente, mentre costeggiamo il lungomare
percorrendo il "San Francisco Bay Trail", il Golden Gate inizia a fare timidamente capolino tra la nebbia offrendo un effetto suggestivo che ci induce ad iniziare la lunga serie di
fotografie, nell'attesa di poter
ammirare il ponte nel suo completo splendore. Purtroppo però la nebbia non ha tanta fretta, per cui, dopo aver scattato decine di foto
ai piloni che spuntano in modo vario e fantasioso dal grigiore, decidiamo di prendere un caffè e un muffin nel "Warming Hut Café". L'attesa è premiata: dopo qualche ora, verso
mezzogiorno, la nebbia svanisce completamente e il Golden Gate compare, imponente, di fronte a noi. Dopo aver scattato altre foto decidiamo di salire di nuovo e di fare la passeggiata
sul ponte. Ora che la nebbia è scomparsa, dal sentiero che sale dal Bay Trail fino all'imbocco del ponte si può ammirare la splendida baia di San Francisco, nella quale ancora i catamarani di
Oracle e Fly Emirates correvano per il primo posto nell'America's CUP. Giunti all'ingresso del Golden Gate, carichi di emozione e senza indugio ci avviamo lungo la corsia pedonale che
corre lungo tutto il lato est, dalla parte della baia. Da lassù lo scenario che si apre di fronte a noi è qualcosa di veramente maestoso. Per la prima volta in questo viaggio restiamo
in contemplazione di un panorama mozzafiato, offerto dalla baia vista dal Golden Gate in quella magnifica giornata di sole. Camminiamo fino a metà del ponte scattando decine di foto
e ammirando il profilo del bay bridge e lo skyline della città di San Francisco e delle altre che si affacciano sulla baia, fino a quando non ci decidiamo ad abbandonare quel fantastico
punto di vista per tornare alla nostra auto e continuare il nostro viaggio. Per la prima volta sperimentiamo anche lo spirito di un viaggio fatto così: lasciamo le cose belle che abbiamo
incontrato con la certezza che ne troveremo presto altre, altrettanto belle. Quindi, vinto il trauma da distacco, belli ustionati dal sole che avevamo sottovalutato, saliamo in macchina e
partiamo in direzione Modesto.
Dopo una mattinata così la fame comincia a farsi sentire, quindi decidiamo di fermarci ad un Burger King sulla Highway californiana. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Modesto, che
è appunto una modesta cittadina fatta di centinaia di villette e decine di studi legali: sembra una città di avvocati. Giunti al nostro motel perdiamo una mezz'ora in chiacchiere
con il gestore che ci racconta la sua esperienza da immigrato negli Stati Uniti e con il quale parliamo del più e del meno; un tipo decisamente più cordiale e amichevole dell'antipatica
receptionist del motel di San Francisco. Visto il tardo pranzo a base di hamburger, decidiamo che avremmo cenato come qualche sera prima e ci dirigiamo alla ricerca di un
supermercato. La serata si conclude con la cena in camera a base di frutta (Massimo la richiedeva) e con lo studio del tragitto che ci avrebbe portato, il giorno dopo,
nel mezzo del deserto della California passando attraverso lo Yosemite National Park.
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Settimo giorno, terzo ed ultimo a San Francisco. Oggi abbiamo scoperto il senso del soprannome "The Fog City" quando, al posto del Golden Gate Bridge, si è presentata di fronte a noi una fitta coltre grigia impenetrabile alla vista. Ma l'attesa di 4 ore sul lungomare della baia, allietata dalla regata dell'America's Cup, è stata ampiamente premiata quando la nebbia, ritirandosi, ci ha regalato la splendida vista del ponte; impossibile descrivere lo spettacolo mozzafiato che ci ha offerto la passeggiata sul Golden Gate dal quale si gode della vista sulla baia di San Francisco e sullo skyline della città. Adesso, belli cotti dal sole e lontani da Frisco, ci prepariamo alla tappa di domani: Yosemite National Park.
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