Sesto giorno - 21 Settembre 2013
San Francisco
"Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta." (Thomas Stearns Eliot)
Prima mattinata piovosa del viaggio. Ci svegliamo ormai con la sveglia, perché l'effetto del jet lag è finito e ci rattristiamo guardando fuori dalla finestra: "piove, che si fa?".
Intanto la prima cosa da fare è in ogni caso il bucato. Usciamo quindi di camera e scendiamo le scale per fare la solita colazione offerta e per capire come funzionano le lavatrici
della lavanderia del motel che stanno proprio sotto la nostra stanza. La lavanderia consiste in 2 lavatrici e 2 asciugatrici che si attivano con 6 quartini di dollaro ed un distributore
automatico di detersivo anche lui a quarti di dollaro. Fortuna che Massimo aveva già sentito dire dell'utilità dei quarti di dollaro e se ne era munito già prima della partenza.
Nell'attesa che prima la lavatrice, poi l'asciugatrice terminassero il loro lavoro ci siamo dedicati ad un paio d'ore di relax in camera, passate a guardare fuori dalla finestra
nella speranza che il tempo migliorasse e a fare piani per tutte le evenienze. Alla fine, dopo aver fatto il bucato e ripiegato i vestiti il tempo non era migliorato un granché ma
visto che sembrava piovere un po' meno, decidiamo di uscire ed affrontare le intemperie e ci incamminiamo su Mission Street verso la fermata del pullman. Guarda caso sul percorso
verso la fermata c'è proprio un McDonald's: presi dalla gola decidiamo di fermarci e alle 11.30 di mattina mangiamo il nostro hamburger con patatine e Coca Cola, che farà anche
da pranzo. Anche se durante il viaggio in autobus un temporale si abbatte sulla città trasformando le ripide vie in torrenti impetuosi, giunti nei pressi del centro il tempo inizia
a migliorare ed un timido sole si fa strada tra le nuvole: la nostra solita fortuna. Giunti ad una delle ultime fermate su Mission Street ci dirigiamo attraverso il quartiere
finanziario, pieno di grattacieli e Starbuck's e percorriamo un pezzo di California Street, nota per la sua ripida salita su cui si inerpicano i famosi tram tipici di San Francisco:
ormai il tempo si è fatto bello e il sole inizia a splendere sulla città. Su California Street abbiamo la fortuna di poterci fotografare insieme
a uno dei tram che sono fermi, perché la linea è bloccata per qualche motivo tecnico. Attraverso Powell Street ci dirigiamo verso il quartiere di Chinatown, pieno di gente, di colori,
di negozi di stranezze cinesi e di roba da mangiare che dalle nostre parti nessuno si sognerebbe neanche di guardare. Tra pesci secchi, spezie dagli odori sinistri e verdure mai viste prima
attraversiamo quella Chinatown che, visto come era stata descritta nelle guide che abbiamo letto prima del viaggio, ci ha lasciati un po' delusi: abbiamo trovato solo una grande
confusione. Proseguiamo su Stockton Street fino a Columbus Street, attraversiamo Washinghton Square e finalmente arriviamo all'incrocio con la famosa Lombard Street, la strada che
ha il tratto che viene definito il più ripido e tortuoso al mondo. Percorriamo Lombard Street verso Russian Hill, il punto in cui la strada presenta i famosi tornanti ripidissimi; già
arrivarci è faticoso perché in realtà la strada è molto ripida ovunque. Percorriamo a piedi un tratto dei tornanti (con le apposite scale laterali), facciamo alcune foto e poi
decidiamo di scendere di nuovo verso il mare e di dirigerci nuovamente sul Pier 39 per comprare ancora qualche souvenir e qualche regalo. Durante la discesa abbiamo ancora la
fortuna di vedere dall'alto i catamarani delle regate dell'America's CUP che gareggiano nella baia e cogliamo l'occasione per fare le foto a loro e all'isola di Alcatraz. L'obiettivo
sarebbe stato quello di trovare uno Starbuck's o un café simile prima di tornare sul Pier 39, ma alle 17 passate sono ormai tutti chiusi perché siamo nel centro affaristico di San
Francisco e quei locali alle 16 chiudono i battenti. Poco male, giriamo ancora un po' e terminiamo la serata in un altro ristorante del molo 39, il "Fog House", dove ci concediamo
una buonissima zuppa di granchio servita dentro il pane ed una squisita zuppa di pesce chiamata "Seafish Cioppino". Nel ristorante, dopo aver riso e scherzato con la simpatica
cameriera, facciamo conoscenza con due ragazzi svizzeri che, come noi, sono in viaggio negli Stati Uniti e provengono da Las Vegas, una delle nostre prossime mete. Con dovizia di
particolari ci raccontano la loro esperienza in quella città e le loro avventure che non è il caso di riportare. Dopo esserci scambiati esperienze e battute con i nostri nuovi amici,
con un discreto mal di piedi facciamo di nuovo i 3 km che ci separano da Mission Street per prendere l'autobus e rientrare al nostro motel. Domani ci aspetterà la visita al Golden
Gate Bridge e poi la partenza verso Modesto, tappa intermedia prima della visita al parco nazionale Yosemite.
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Sesto giorno e secondo a San Francisco. Massimo Pula è ormai entrato in modalità Japanese e fotografa qualunque cosa, dai tombini che fumano ai gabbiani, dagli elicotteri ai segnali stradali. Non c'è nulla che sia sfuggito alle foto neanche oggi, né i trammini storici sulle discese di California Street e Powell Street, né la ripida serpentina di Lombard Street. E a fine serata, come non immortalare la cena tipica a base di zuppa di granchio e "Seafish Cioppino" servita da una simpatica cameriera sul Pier 39?
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