Quinto giorno - 20 Settembre 2013
San Francisco
"Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati." (Gore Vidal)
San Francisco. Eh sì, ci siamo svegliati proprio a San Francisco. Obiettivo della giornata era quello di fare un giro sul lungomare per poi imbarcarci, nel pomeriggio,
sul traghetto che ci avrebbe portato a fare il tour dell'isola e della prigione di Alcatraz. Il nostro motel è sulla Mission Street, che porta direttamente all'inizio del
lungomare, nei pressi del Pier 14; il problema è che noi siamo al numero 5630 e dobbiamo farci tutta la strada fino all'inizio. Dopo avero consumato la colazione offerta dal motel
insieme ad alcuni altri ospiti, decidiamo quindi di prendere l'autobus e
cerchiamo un posto per fare i biglietti. Sul sito dei trasporti della città di San Francisco sono indicati tutti i negozi dove è possibile comprare i biglietti ma, sfortunatamente,
quello che era più vicino e tornava comodo a noi in realtà i biglietti non li vende. Inizia così una lunga ricerca dei biglietti dell'autobus che si conclude con successo dopo oltre
mezz'ora. Prendiamo l'autobus e subito notiamo che il degrado del quartiere è ben rappresentato anche sui mezzi pubblici che lo servono. Emblema di tutto ciò una ragazza decisamente
poco raffinata che sale biascicando una gomma da masticare, si siede, sputa a terra (sull'autobus) e poi, come se fosse una pratica normalissima, appiccica la gomma dietro un
seggiolino. L'impressione che quello non sia un caso isolato è molto forte. Prima di scendere a destinazione veniamo poi dilettati da una lite tra due energumeni che avveniva
ad alto volume dietro di noi, ma che ci siamo ben guardati dall'osservare. Giunti all'ultima fermata si nota subito che la situazione è tutt'altra: siamo nel quartiere finanziario
e lo stile di vita è decisamente diverso. Affamati e soprattutto desiderosi di rilassarci un attimo entriamo in un café per un muffin ed uno dei soliti caffè americani che sono stati
e saranno nostri immancabili compagni per tutto il viaggio. Il valore aggiunto dei café, fast food, ristoranti ed altri luoghi di ristorazione è la presenza sicura della rete wifi
gratuita, che rappresenta per noi l'unico modo di connetterci ad internet durante la giornata. E' quindi facile passare anche un'ora seduti a bere il caffè (decisamente
lungo e a temperature mostruose) aggiornandoci sul mondo e aggiornando il mondo su di noi.
La passeggiata sul lungomare parte dal molo 14, dal quale si gode di una magnifica vista del Bay Bridge e che ci offre la possibilità di fare molte foto alla baia, al ponte ed alla
città. Il passaggio di alcune barche che riportavano le scritte "Emirates" e "Oracle" ci hanno fatto sospettare quello che poi avremmo confermato di lì a poco: era in corso la regata
finale dell'America's CUP, cosa per noi assolutamente inaspettata. Proseguendo lungo il mare siamo entrati nel Pier sul quale erano stati allestiti i padiglioni della regata e
in cima al quale alcune persone si stavano accalcando. Dopo un giro nel gift shop dell'America's CUP siamo tornati sulla nostra strada per capire solo dopo che quello era il punto di
partenza delle gare che si sarebbero svolte in mattinata. In ogni caso, noi avevamo da continuare il nostro giro per San Francisco. La passeggiata, ormai chilometrica, ci porta alla
fine al famoso Pier 39, il molo più frequentato della città che consiste, praticamente, in un centro commerciale a cielo aperto. Fare un giro sul Pier 39 richiede ore, perché si
incontrano numerossissimi negozietti di souvenirs e curiosità e molti ristoranti, café e chioschi; inoltre, sopra a delle piccole chiatte di legno a lato del molo, un gran numero di
leoni marini rumorosi, che pare siano un'attrazione famosa, si rilassano e si fanno osservare. Girando da un negozio all'altro per comprare souvenirs e regali, magliette e calamite, presto
alla fine arriva l'ora di pranzo. Decidiamo che, siccome siamo in una città di mare, ci concederemo un pasto a base di pesce e scegliamo un ristorante-café proprio sul molo 39.
Dal menù scegliamo due insalatone che ci ispriavano, Massimo con misto di mare e io con tagliata di tonno, che poi si sono rivelate buonissime: ne valeva proprio la pena.
In quella occasione, al nostrio primo ristorante, iniziamo a capire la questione della mancia: negli Stati Uniti i prezzi sul menù sono riportati con le tasse escluse che vanno
calcolate a parte e vengono aggiunte alla fine. Alla cifra finale che viene riportata sul conto spetta al cliente aggiungere la mancia che, ragionevolmente, si deve aggirare tra il
15% e il 20% del conto. Tranne in alcuni locali la mancia non è obbligatoria ma molto opportuna tanto che in tutti i locali, quando è il momento di pagare, viene chiesto
esplicitamente al cliente quanto vuole lasciare. Ovviamente è possibile rispondere anche nulla, ma viene considerata una cosa molto sconveniente. Noi, lungi dal voler essere
sconvenienti, in tutto il nostro viaggio possiamo dire di essere stati abbastanza generosi e di aver lasciato sempre delle mance consistenti. In ogni caso, ogni mancia era sempre
meritata perché in ogni luogo il personale è sempre stato molto cortese, gentile e cordiale. Abbiamo chiaramente notato che nei confronti dei clienti (o almeno nei nostri confronti)
usa tenere un atteggiamento molto rilassato e amichevole che spesso ci ha dato occasione per ridere e scherzare con commessi e commesse, camerieri e cameriere.
Tra il pranzo e qualche altro giro nel Pier 39 si fa l'ora di andare verso il traghetto per Alcatraz. Noi abbiamo prenotato il Night Tour che prevede di partire poco prima
del tramonto, fare il giro lungo dell'isola ed approdare sul tramonto. Una volta fatta la coda e saliti sul traghetto partiamo per il breve viaggio che offre delle viste magnifiche.
Man mano che ci si allontana dal molo, in direzione nord, prende forma di fronte a noi lo skyline della città di San Francisco e si inizia ad intravedere, tra la nebbia resa
brillante dal sole basso sull'orizzonte, il famoso Golden Gate che fa da sentinella all'ingresso della baia. L'approdo ad Alcatraz si trova sul lato ovest dell'isola, ma il nostro
tour prevede il giro da est per poter ammirare più a lungo il ponte immerso nella luce del tramonto ed osservare dal mare tutti gli edifici del famoso carcere di massima sicurezza.
Mentre ci apprestiamo ad attraccare notiamo alcuni squali in mare e iniziamo a capire come mai ufficialmente nessuno è mai riuscito a fuggire dall'isola nonostante sia separata dalla
costa da poco più di un chilometro di mare: l'acqua è freddissima, le correnti sono forti ed è pieno di simpatici squali molto aggressivi. Approdati, facciamo il tour dell'isola
con una guida che ci spiega un po' di storia e ci porta fino all'ingresso del carcere; da lì proseguiamo da soli con un'audioguida in italiano che ci viene fornita e che ci conduce
passo passo all'interno del penitenziario. La visita al carcere dura oltre un'ora durante la quale ascoltiamo le storie di alcuni detenuti e ci proviamo (e fotografiamo) all'interno
di alcune, minuscole, celle. La parte più emozionante arriva quando l'audioguida ci porta sulla terrazza esterna che si affaccia sulla città e dalla quale si gode di una vista
mozzafiato sullo skyline di San Francisco by night. Sicuramente i detenuti non erano felici di essere lì e non potevano godersi quello spettacolo, ma per noi è stata veramente
un'esperienza unica. Dopo la visita alle cucine e all'infermeria del carcere prendiamo di nuovo il traghetto per rientrare e decidiamo di dirigerci nuovamente verso il Pier 39
per scegliere un ristorante, questa volta di quelli seri, per la cena. La scelta del ristorante "The Crab House" si è rivelata azzeccatissima perché il granchione accompagnato
da un bicchiere di vino bianco della California che ciascuno di noi due ha mangiato era buonissimo. Soddisfatti della cena ripercorriamo a piedi i 3 km del lungomare per riprendere,
all'inizio di Mission Street, l'autobus che ci riporterà al nostro Motel. Possiamo veramente dire che quella appena vissuta sia stata una giornata piena di emozioni in una città
che ci è piaciuta davvero tanto e che, comunque, non abbiamo ancora finito di esplorare. Domani mattina sperimenteremo necessariamente la lavanderia a gettoni del motel per fare
il nostro primo bucato USA, poi proseguiremo il giro per San Francisco.
Condivisione della giornata su facebook:
Quinto giorno. Non ricordo se è la prima volta che mangio un granchione intero... ma sicuramente è la prima volta che lo faccio con vista sul Golden Gate e accompagnandolo con un vino bianco della California. Sicuramente è anche la prima volta che godo della vista del Bay Bridge dal Pier 1 di San Francisco e che entro in una cella di un carcere di massima sicurezza. Sicuramente non avevo mai avuto davanti lo spettacolo di San Francisco by night visto dall'isola di Alcatraz e dalla baia. E poi... chi si aspettava di assistere ad una regata della America's Cup?
|