IL VIAGGIO
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Quarto giorno - 19 Settembre 2013
Visalia - Sequoia NP - San Francisco


"Quando si sta bene nella propria pelle, viaggiare è solo stare altrove, non è più essere lontani." (Isabelle Adjani)


Nessun serial killer si è presentato durante la notte e di nuovo il jet lag ci ha imposto una sveglia piuttosto precoce. Tutto a nostro vantaggio, ovviamente, perché dopo una frugale colazione a base di avanzi della sera prima (e quindi salamino e frutta) ci siamo potuti mettere in marcia piuttosto presto per raggiungere la tappa intermedia della giornata, il Sequoia National Park, primo parco nazionale di una lunga serie. Prima di partire per il viaggio, però, siamo andati alla ricerca di uno Starbucks per un lungo e bollente caffè americano che ci ha dato la carica per affrontare la giornata. Dopo 45 minuti di strada, passando per la Sierra Drive (statale 198) dalla quale si gode di una bella vista sul lago Kaweah, arriviamo alle porte del parco delle sequoie. Per la prima volta utilizziamo la comodissima tessera dei parchi nazionali, prestata da un amico (Bulletta) che aveva già fatto un viaggio simile in precedenza; grazie a quella tessera il guidatore, che è uno dei due firmatari consentiti, può entrare nel parco insieme a tutti quelli che sono nell'auto. Prima dell'entrata un chiarissimo cartello informa che nel parco non ci saranno distributori: noi guardiamo l'indicatore del serbatoio e decidiamo che abbiamo carburante a sufficienza. Pessima decisione, in realtà. La strada che porta al Giant Forrest Museum, il centro del parco, sembrava non finire mai e saliva sempre di più, tanto da far diminuire in modo vertiginoso l'autonomia stimata dal computer di bordo della nostra auto. Alla fine la benzina è bastata, ma l'ansia ci ha accompagnato fino all'uscita dal parco. Visto il poco tempo a disposizione la visita si è limitata all'esplorazione della zona centrale del parco con le sue enormi sequoie e con i suoi scorci e scenari per noi nuovi e maestosi. Una delle nostre fissazioni già da prima della partenza e su cui abbiamo scherzato tanto è stato il serpente a sonagli (Rattlesnake). Mentre eravamo sopra delle rocce esposte al sole abbiamo sentito un rumore che poteva assomigliare al sonaglio del serpente e come due bambini incoscenti e curiosi, anziché allontanarci siamo andati a cercare di avvistare l'animale, ovviamente senza successo. Dopo questo mancato incontro e dopo che Massimo ha cercato di fotografare un piccolo e schivo scoiattolo, senza sapere che nei giorni successivi ne avrebbe trovati in quantità e molto più grossi, ci siamo cimentati nella passeggiata lungo il sentiero che porta al General Sherman, una delle sequoie più grandi del mondo che offre uno spettacolo assolutamente impressionante. Fatte tutte le foto del caso abbiamo ripreso l'auto e ci siamo diretti verso l'uscita del parco dove, con immenso sollievo, siamo riusciti a trovare un distributore e fare rifornimento per la prima volta negli Stati Uniti. Solo nei giorni successivi ci saremmo resi conto che il fatto di essere riusciti a fare benzina al primo tentativo è stato un colpo di fortuna, perché là ogni distributore ha le sue regole e i suoi problemi.
Usciti dal lato nord del parco, sulla statale 180, ci siamo incamminati verso San Francisco, tappa finale della giornata, passando attraverso la cittadina di Fresno dove un Burger King ci ha offerto l'occasione per fermarci a pranzo. Le 3 ore di strada che abbiamo percorso poi, prima di arrivare a San Francisco, ci hanno mostrato dei paesaggi californiani molto vari, che vanno dalla montagna alla collina, dal deserto agli immensi frutteti e campi coltivati. Percorrendo un ultimo tratto collinare di highway a 5 corsie in piena campagna siamo arrivati ad Oakland, sulla baia di San Francisco, da dove si imbocca il ponte sulla baia che porta nella città. La nostra fortuna è stata quella di arrivare proprio durante il tramonto: lo scenario che si è aperto di fronte a noi quando, percorrendo il Bay Bridge, è comparso sullo sfondo lo skyline di San Francisco è stato a dir poco mozzafiato, tanto che nessuna foto è riuscita ad immortalarlo dignitosamente. Si può tranquillamente dire che il primo impatto con questa splendida città è stato esaltante e, anche se per arrivare al motel abbiamo dovuto affrontare un notevole volume di traffico, l'impazienza e l'entusiasmo in vista dell'esplorazione della città del giorno dopo sono saliti alle stelle. La poesia si è un po' rovinata di fronte al primo problema logistico. La antipatica receptionist del motel, oltre a trattarci "non tanto bene", ci ha comunicato con una buona dose di acidità che la prenotazione a nostro nome era stata cancellata perché la carta di credito con cui era stata fatta (ad Aprile!) era scaduta. Fortunatamente la camera era ancora libera ed il problema si è risolto senza complicazioni. La prima cosa che abbiamo fatto dopo essere entrati in camera è stata comunque quella di modificare il numero di carta di credito per tutte le prenotazioni dei giorni successivi, non si sa mai! Dopo esserci sistemati nel motel di quel poco raccomandabile quartiere di San Francisco abbiamo iniziato a pensare alla cena, individuando su Google Maps un fast food dal nome invitante: "El Pollo Supremo". Il tragitto che abbiamo fatto a piedi, ormai nel buio della sera, ci ha mostrato una zona della città piuttosto malridotta che non trasmette affatto senso di sicurezza; eravamo in un grande quartiere messicano e l'atmosfera non era confortante. Giunti a destinazione lo scenario era quello di un film di guerre tra bande di strada e c'era aria di qualcosa tipo sparatoria imminente. Nel ristorante, dalla tipica conformazione da fast food americano, entravano ed uscivano personaggi dall'aspetto poco raccomandabile e la sensazione era quella che bastasse un piccolo innesco per far scoppiare una strage. Naturalmente tutto era nella nostra immaginazione perché, fortunatamente, siamo riusciti a mangiare in pace il piatto messicano e rientrare in motel, per pensare alla visita della città che avremmo fatto nei giorni successivi.

Condivisione della giornata su facebook:
Anche il quarto giorno è passato, tra il Sequoia National Park e le freeways per San Francisco. Nulla di ché... abbiamo visto le sequoie più grandi del mondo, abbiamo avuto un paio di incontri ravvicinati con due orsi nel loro habitat naturale, abbiamo percorso pianure e colline della California... e siamo entrati a San Francisco dal Bay Bridge sul tramonto. Nulla di ché, appunto, a parte esserci fermati per un cantiere in mezzo alla strada ed aver chiacchierato di viaggi con l'omino "STOP", nell'attesa di passare. Qui a Frisco ci sono 12 gradi... sarà per questo che la chiamano così?
Foto del giorno
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