IL VIAGGIO
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  2. La mappa del viaggio
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Terzo giorno - 18 Settembre 2013
Los Angeles - Santa Monica - Venice Beach - Visalia


"Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un'altra." (Claudio Magris)


Anche questa mattina la nostra sveglia biologica ci ha fatto concludere il sonno prima del previsto, e alle 7 eravamo già pronti a partire, con le valige fatte. Il piano della giornata era semplice: andiamo a Santa Monica passando per Beverly Hills, poi a Venice Beach e poi ci dirigiamo verso Visalia, meta ultima della nostra prima tappa di viaggio. Decisamente emozionati dall'idea di iniziare la lunga trasferta che ci avrebbe portato a Washington DC ben 18 giorni e 8500 km dopo, passiamo dalla reception per farci di nuovo una colazione a base di Waffel autocucinato. Lasciata la chiave e caricati i bagagli (li abbiamo tutti, non ci sembra vero), Massimo si mette alla guida e ci dirigiamo verso ovest lungo Santa Monica Boulevard che ci condurrà direttamente a Santa Monica dopo 13 miglia. A metà strada facciamo una deviazione per percorrere in auto le strade tranquille della collina del quartiere residenziale di Beverly Hills, passando in mezzo a molte ville di lusso dai giardini perfetti; tutto il quartiere è dominato dalla perfezione e dall'ordine totale e l'estetica è curata al minimo dettaglio. Anche se un giro in queste strade meritava, decidiamo di non scendere di macchina perché, alla fine, non c'è niente da visitare a piedi. Riprendiamo quindi la strada maestra verso Santa Monica, dopo essere incappati nel caos dell'entrata di una scuola. Negli Stati Uniti fanno molta attenzione alle scuole e quindi il traffico è regolato in modo molto severo durante gli orari di entrata e uscita dei bambini e ragazzi. Abbiamo anche visto un poliziotto fare la multa ad un tizio che si era fermato per far scendere il figlio fuori dagli spazi consentiti. Comunque, dopo un po' di tempo siamo riusciti a riprendere il percorso verso Santa Monica e ad arrivare in questa famosissima località di mare, meta estiva di numerosi VIPs e set della famosa serie TV Baywatch. Pagato il parcheggio ci siamo subito diretti a piedi in direzione del mare, attraversando l'enorme spiaggia ormai deserta anche se il clima era ancora molto favorevole. In giro solo alcune classi delle scuole che andavano a fare attività all'aperto. Dobbiamo dire che il tempo fino a quel giorno ci ha assistiti perché abbiamo beccato proprio delle bellissime giornate. Dopo aver fatto tutte le foto del caso ed aver toccato l'oceano Pacifico per la prima volta (io, Massimo l'aveva già conosciuto in altre parti del mondo) ci siamo incamminati verso il molo di Santa Monica, famoso per essere la fine della storica "Route 66", la strada che ha unito per prima est e ovest degli Stati Uniti e che ha ispirato il nostro viaggio (e che avremmo percorso con molte deviazioni dalla fine all'inizio). Si può facilmente intuire quanto sia stato emozionante pensare di essere proprio lì, al punto di inizio del nostro viaggio e immaginare l'impresa che avremmo compiuto nei giorni successivi. Carichi di entusiasmo, dopo un giro sul molo e decine di foto, riprendiamo la macchina per dirigerci verso Venice Beach, sicuri che laggiù avremmo recuperato la delusione provata a Santa Monica nel vedere il deserto totale. "Vedrai, Venice Beach è piena di gente che passeggia sul lungomare, fa ginnastica nelle palestre all'aria aperta e si allena nei campi di basket", mi rassicura Massimo. Infatti, anche a Venice Beach non c'era nessuno. Parcheggiata la macchina ad una certa distanza dalla spiaggia per non pagare un'altra volta, abbiamo fatto una passeggiata sul lungo mare incontrando solamente alcuni ragazzi di bande di strada che ci volevano convincere a comprare i CD della loro musica. Le palestre all'aperto c'erano, ma erano presidiate da improbabili atleti un po' in sù con l'età, mentre solo in alcuni campi di basket erano in corso partite o allenamenti in solitaria. "Sicuramente siamo fuori stagione", è stata la nostra spiegazione.
Assaliti dalla fame e con il mal di piedi siamo saliti nuovamente nella nostra Versa, abbiamo impostato il navigatore su Visalia e ci siamo incamminati verso nord, con il proposito di fermarci a mangiare non appena avessimo trovato un posto valido. Dopo 45 minuti di strada il posto valido è diventato un McDonald's, sull'uscita per Sylmar al margine nord dell'area urbana di LA. L'impatto con il nostro primo McDonald's degli Stati Uniti è stato molto positivo. Io ho fatto conoscenza con il mio panino preferito perché ripieno di peperoncino e abbiamo iniziato a capire che lì le cose funzionano diversamente, un po' anche a nostre spese. Abbiamo chiesto due panini e due Coca Cola, così ci hanno dato quattro bicchieri e ci hanno detto di attendere per i panini. Così in un colpo solo abbiamo capito due cose: che le bibite sono sempre incluse nei panini e che le cose te le cucinano lì per lì, quindi devi aspettare di essere chiamato quando sono pronte. Comunque, emozionati come dei bambini, abbiamo mangiato i nostri panini parlando di quanto ancora poco riuscivamo a credere a ciò che stavamo facendo e di ciò che ci aspettava nei giorni seguenti, poi siamo ripartiti in direzione Visalia. Il viaggio di due ore e mezza che ci ha portato alla meta, ci ha offerto la visione di imponenti montagne, molto diverse da quelle che siamo abituati a vedere noi, di sconfinati campi coltivati, vigne e frutteti; finite le montagne, in effetti, la strada è un po' piatta e monotona ma ci ha condotto ugualmente alla destinazione, che abbiamo raggiunto a metà pomeriggio. Visalia è una tranquilla cittadina in pianura senza niente di interessante, ma è per noi la base di partenza per la visita al Sequoia National Park del giorno successivo e il nostro motel, anche se sembra uscito da un film di serial killer, è confortevole. Ormai abbiamo capito che i letti singoli non esistono; abbiamo infatti una camera con due letti che possono essere considerati almeno ad una piazza e mezzo. Dopo esserci sistemati e riposati un po' in camera decidiamo di evitare un altro fast food e passiamo dal supermercato vicino a comprare qualcosa per la cena, che poi abbiamo consumato in camera. In particolare, lì usa molto la frutta "fresca" mista in scatola che abbiamo assaggiato volentieri, insieme ad un paio di salamini e del pane che abbiamo comprato perché erano le uniche cose confezionate in quantità non industriali; tutto il resto era calibrato per fare da scorta ad una famiglia per settimane.
Rientrati al motel e consumata la cena improvvisata, stanchi dalla giornata, abbiamo studiato il percorso per il Sequoia National Park, per abbandonarci poi tra le braccia di Morfeo.

Condivisione della giornata su facebook:
Terzo giorno quasi concluso con l'arrivo al nostro Motellaccio in mezzo al nulla californiano. Probabilmente uno dei nostri vicini di stanza è un serial killer, ma è meglio non scoprire quale. Mare, montagne e deserto... giornata varia. Qualcuno ha detto che qui fanno un hamburger tra i migliori al mondo... quindi adesso inizia la ricerca del posto!
Foto del giorno
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