Ventesimo Giorno - 5 Ottobre 2013
Chicago
"Fate che il vostro spirito avventuroso vi porti sempre ad andare avanti per scoprire il mondo che vi circonda con le sue stranezze e le sue meraviglie. Scoprirlo
significherà, per voi, amarlo." (Kahlil Gibran)
Svegliati alle 8.00 come al solito, guardando dalla finestra ci rendiamo conto che dalla parte opposta della strada che corre di fianco al motel c'è un locale Dunkin' Donuts,
la popolare catena di café - pasticceria che vende le arcinote ciambelle rese famose dal cinema e da Homer Simpson. Ovviamente la decisione immediata che ci ha trovato di comune
accordo non poteva essere che quella di scendere di là dalla strada e fare colazione provando finalmente questa novità. Il locale non è molto grande, c'è un bancone con molte
ciambelle di divesi tipi esposte dal quale vengono serviti anche i soliti caffè americani e un po' di spazio con dei tavolini sia dentro che fuori sul marciapiede.
Entriamo e prendiamo posto ad uno dei tavolini interni, l'unico libero e decidiamo che avremmo preso un caffè ciascuno e 6 ciambelle in tutto; sul menù infatti c'è il prezzo di un
solo donuts, di una mezza dozzina e di una dozzina e noi volevamo assaggiarne più di uno. Massimo va al banco ad ordinare ed io attendo, leggendo le news della mattina sul cellulare
connesso alla consueta wifi libera. Dopo pochi minuti ritorna Massimo, anticipato dalla maxiscatola che aveva in mano, che al mio sguardo stranito esordisce con la frase: "oh allora?
Ha capito 'una dozzina'! Ormai...". Così ci siamo ritrovati con la colazione di oggi e di domani, ma non ci siamo certo scoraggiati. In realtà abbiamo scoperto che queste famose
ciambelle non sono così poi tanto fantastiche e che probabilmente non sono più buone di nessun altro dolce italiano. Ma andavano provate. Rientriamo in motel a lasciare le ciambelle
avanzate che sarebbero servite per la colazione del giorno dopo e ci incamminiamo in direzione lago Michigan per iniziare la nostra visita alla città: sono ormai quasi le 10.
Il parco di Grant, dal quale si raggiunge la riva del lago, in questa mattina di Sabato è parzialmente chiuso, probabilmente per l'organizzazione di un evento nel fine settimana; non
riusciamo quindi ad arrivare fino al lago e ci dobbiamo accontare di vedere solamente la fontana di Buckingham, che segna il centro del parco. Da quel punto di vista si possono
ammirare i modernissimi grattacieli variopinti del centro della città, oggi parzialmente immersi nella foschia che, bassa, domina il cielo di questa mattinata. Le previsioni meteo
dicevano che oggi sarebbe piovuto tutto il giorno: ci accontentiamo quindi di questo tempo un po' grigio e nebbioso che comunque ci permette di andare in giro senza problemi.
Passiamo la mattina in giro libero per la downtown di Chicago, con alcune mete predefinite da raggiungere. Dopo una passeggiata lungo la Michigan Avenue, la strada che costeggia
il parco del lago, arriviamo all'imbocco di Adams Avenue dove è collocato il cartello di inizio della Route 66, anche se leggermente spostato per motivi turistici rispetto
all'inizio storico della strada. Ormai abituati alle emozioni legate a questo viaggio ci facciamo le foto sotto il cartello che per noi rappresenta la conclusione di un percorso che,
anche se non corrisponde all'intero viaggio, è stato l'ispirazione principale che ci ha spinto ad organizzare e ad intraprendere questa impresa. Proseguiamo il nostro tour
dirigendoci verso la famosa Union Station, set di alcuni celebri film, per visitarla e per fare alcune foto che ci sono state richieste e commissionate da casa. Nel percorso
abbiamo la fortuna di poter ammirare in funzione i ponti levatoi sul canale di Chicago e una caserma dei vigili del fuoco aperta con i famosi camion in bella vista e facilmente
fotografabili. Fatto un giro nella parte più centrale ci dirigiamo di nuovo verso il lago per visitare i numerosi negozi di souvenir, dato che ancora numerosi erano i regali che
dovevamo comprare; dopo un po' di ricerca siamo addirittura riusciti a soddisfare la richiesta di chi ci aveva chiesto di trovare una maglia dell'Università di Chicago. Alle 13
passate, contro ogni previsione, le nubi e il grigio della foschia si sono diradate, donandoci ancora una volta la possibilità di vedere il sole splendere sopra di noi e offrendo
ad una coppia di sposi la fortuna di fare le foto di rito sotto il sole. Visto che cominciamo ad avere fame ci avviciniamo di nuovo al centro della città per cercare un posto
veloce dove mangiare e lo troviamo quando ormai sono le 14 passate. Finalmente riusciamo a mangiare un hot dog di quelli classici in un ristorante di una catena che si chiama "Gold
Coast Dogs", insieme ad alcune famiglie locali; di nuovo, come sempre, abbiamo la possibilità di guardarci intorno ed osservare la gente del luogo nella sua vita quotidiana.
Finito il pranzo giriamo ancora un po' e poi, stanchi dalla lunga camminata, rientriamo in motel per riposarci e prepararci ad uscire di nuovo verso ora di cena. La scelta si è
rivelata assolutamente azzeccata perché pochi minuti dopo il cielo ha cominciato ad adeguarsi alle previsioni, è diventato grigio e presto è cominciato a piovere prima ed a
diluviare poi. Ma noi eravamo in camera e ormai il giro per la città era fatto. Chicago è una città che incuriosisce con i suoi modernissimi grattacieli immersi in un tessuto
urbano che ricorda molto gli inizi del secolo. Il Loop, la ferrovia metropolitana sopraelevata che crea sotto di lei una specie di tunnel stradale, è fatta completamente in ferro
e quando passa il treno produce un rumore metallico e assordante che non sembra compatibile con le esigenze delle città moderne. Gli edifici della downtown "storica" ricordano i
film ambientati negli Stati Uniti di inizio XX secolo, mentre le auto della polizia ed i taxi riportano agli anni 70. La presenza del lago e del parco sulle sue rive dona alla città
un aspetto molto aperto e offre la sensazione di un'aria respirabile e pulita. Tuttavia, per quella che è stata la nostra esperienza e il tipo di viaggio che stiamo affrontando,
Chicago può essere visitata in un solo giorno perché non presenta particolari attrazioni, a meno che non si sia decisi a vivere la città. In tal caso, però, potrebbe essere
opportuno farsi guidare da gente del luogo, perché non è assolutamente facile, o almeno non lo è stato per noi, capire da soli quali siano le opportunità offerte.
Giunti a sera, visto che ha smesso di piovere, usciamo per cercare un posto dove andare a cena e facciamo una passeggiata di un'oretta. Intorno alle 20 troviamo un locale che attrae la
nostra attenzione: il "Miller's PUB". Ci fermiamo all'esterno del Pub a leggere l'invitante menù ed un tizio ci affianca tessendo le lodi del locale e convalidando la nostra scelta,
cosa che appare abbastanza strana. Infatti, dopo un po' di chiacchiere cordiali, il tipo in questione ci chiede dei soldi con le solite scuse così noi, capendo la situazione, ci
divicoliamo e ci infiliamo dentro il Pub per ordinare la nostra cena. Mangiamo due insalatone arricchite da buonissima carne, beviamo due belle birre visto che non dovremo guidare,
per poi incamminarci sulla strada del rientro, stanchi ma soddisfatti per la giornata. Dobbiamo riposarci perchè il
giorno seguente avremo da affrontare il tragitto più folle di tutto il viaggio: i 1100 km che separano Chicago da Washington. Domani quindi guideremo tutto il giorno, senza alcuna
sosta intermedia, per raggiungere l'ultima tappa del nostro fantastico viaggio e mettere alla prova per l'ultima volta la nostra ormai fedelissima Nissan Versa che ci avrà
accompagnati per oltre 8000 km su tutti i tipi di strada. Prima di andare a letto guardiamo il meteo, che non promette nulla di buono. Su tutti gli Stati Uniti e specialmente nel
nord-est si sta abbattendo un'estesa tempesta ed è previsto che i giorni seguenti saranno all'insegna della pioggia e del maltempo. Comunque soddisfatti e fiduciosi andiamo
a letto, confidando nella nostra solita fortuna.
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Giorno 20. La comunicazione è importantissima e lo dimostra il quantitativo di donuts che abbiamo in camera da stamattina. Partito verso il bancone nel tentativo di ordinare
solamente la colazione, infatti, Massimo Pula è tornato al tavolino con uno scatolone pieno di ciambelle dicendo: "Ha capito 'una dozzina'... ormai...". Fortunatamente il risultato
del misunderstanding si coniuga perfettamente con l'esigenza di non perdere tempo domattina a cercare la colazione. Già, perché domani sarà l'ultima tappa e la più folle:
1100 km da percorrere in un colpo solo per arrivare a Washington, destinazione finale del nostro viaggio. Oggi abbiamo concluso il percorso della storica Route 66 arrivando
proprio al suo inizio (ricordo che siamo partiti dalla fine che è al pier di Santa Monica, Los Angeles), che si trova nel centro della città di Chicago.
Nonostante le avverse previsioni meteo, il meteo è stato a noi amichevole e ci ha consentito di portare a termine la nostra visita alla città e di non farci mancare i nostri
consueti pasti. Ospiti speciali della città di Chicago abbiamo scoperto essere gli scoiattoli, già ampiamente incontrati durante i passaggi per i parchi nazionali.
Ovunque qui si dice che gli scoiattoli siano particolarmente pericolosi, praticamente ditofagi: se dai da mangiare ad uno scoiattolo con le dita, essi preferiscono le dita ed
attaccano malattie tremende. Forti di questa consapevolezza ormai inculcata nelle nostre coscienze da decine di cartelli e segnali, siamo stati alla larga da questi non più tanto
simpatici animaletti.
E ora riposo perché una lunga sessione di guida ci aspetta domani...
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