IL VIAGGIO
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  2. La mappa del viaggio
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Diciannovesimo Giorno - 4 Ottobre 2013
Saint Louis - Chicago


"Viaggiare in America è come affondare un coltello caldo in un pane di burro." (Vittorio Zucconi)


Anche se un po' più corto rispetto al giorno passato, anche oggi ci aspetta un viaggio impegnativo, che ci vedrà percorrere i 450 km che separano Saint Louis da Chicago in un tempo che abbiamo stimato intorno alle 4 ore e mezzo. Ieri sera abbiamo avuto modo di fare un giro in centro e abbiamo scoperto una città che ha uno stile tutto suo, molto piacevole e diverso da quello delle città che fino ad oggi abbiamo visitato. Saint Louis è famosa anche per il suo "Gateway Arch", un monumento costituito da un imponente arco alto 192 metri situato sulla riva del Missouri, che celebra l'arrivo dei primi coloni che fondarono la città arrivando proprio dal fiume. Decidiamo quindi di andare a fare un giro nella città, iniziando proprio dal famoso arco che dista dal nostro motel poche centinaia di metri. Facciamo i bagagli, facciamo il check-out, chiediamo alla reception se possiamo lasciare la macchina nel parcheggio del motel per qualche ora e ci dirigiamo verso il parco nazionale del Gateway Arch che, anche se chiuso per lo shutdown è liberamente accessibile all'esterno. Dal nostro motel alla riva del Missouri ci sono poco più di cento metri, per cui decidiamo di arrivare all'arco camminando lungo il fiume. La città sembra tranquilla, ma allo stesso tempo dà l'impressione di essere stata molto viva in passato e di esserlo ancora, anche se forse un po' meno. Lo stile architettonico è molto tipico; incontriamo una vecchia centrale elettrica, vediamo la struttura ad archi di inizio secolo che sorregge strada e ferrovia e li porta fino ad uno dei tipici ponti in acciaio che attraversano il Missouri. Dopo qualche decina di minuti, nei quali ci siamo fermati spesso per guardarci intorno e fotografare il paesaggio, arriviamo in prossimità del Gateway Arch che già si poteva osservare da lontano tempo prima. L'arco è impressionante per le sue dimensioni e si erge sopra un verdissimo prato che forma una cornice molto gradevole; dalla sua base, punto privilegiato dal quale si gode di una splendida vista sul Missouri, parte una scalinata di pietra bianca che scende fino al livello del fiume, creando l'effetto di un enorme ingresso per la città. Ammiriamo il parco e il suo momumento, ma il tempo a disposizione non è molto e quindi ci dirigiamo verso il centro della città, per visitare di giorno quello che abbiamo visto di notte. Facciamo un giro per le strade di Saint Louis, incontriamo lo stadio di Baseball sede dei St.Louis Cardinal che si stava preparando alla partita e una serie di tifosi un po' ovunque e ci rifugiamo per qualche decina di minuti in un cafè, per riprenderci un attimo dal clima temperato ma umidissimo della città. Tornati al parcheggio del motel salutiamo Saint Louis con un po' di dispiacere per non averla potuta vivere come si deve e con l'intenzione di tornarci prima o poi e poco dopo le 11 siamo di nuovo in auto, in direzione Chicago.
Stiamo percorrendo l'ultimo tratto della storica Route 66 e ancora alcune attrazioni ci aspettano. Dopo un'ora e mezza di viaggio sulla I-55 arriviamo alle porte di Springfield, capitale dell'Illinois, dove un famosissimo locale ci aspetta per pranzo; il Cozy Dog Drive Inn è un fast food molto popolare per il suo speciale hot dog che consiste in un wurstel impanato con un consistente strato di farina di mais e fritto, da mangiare tenendolo per lo stecco sul quale è infilato. Non ci potevamo certo esimere dall'assaggiare questa invitante specalità del luogo, quindi usciamo a Springfield e dopo pochssima strada troviamo il fast food che è situato subito prima dell'ingresso nella città. All'interno il locale è molto semplice e spartano, ma è addobbato da una grande quantità di targhe e da una serie di cimeli tutti sul tema della Route 66. Nei negozi di souvenir degli Stati Uniti si trovano da comprare moltissime targhe di auto dei vari stati tutte originali, perché lì la legge prevede che le targhe scadano dopo alcuni anni e vadano rinnovate: le targhe scadute e non più valide diventano così oggetto di scambio, vendita e collezione e finiscono nei negozi. Ordiniamo al banco quattro hot dog fritti e due porzioni di patatine che ci gustiamo seduti al tavolino mentre sfruttiamo la rete wifi per aggiornare della nostra situazione felice coloro che ci seguono oltreoceano. Assolutamente da provare, questi hot dog sono buonissimi e difficilmente si potranno trovare altrove. Sono le 14.30 passate e soddisfatti del pranzo riprendiamo il viaggio verso Chicago, decisi a fare un'altra sosta lungo la strada. Poco più di un'ora dopo giungiamo nuovamente a McLean, questa volta però Illinois, dove lungo la Route 66 si trova un locale chiamato "Dixie Truckers Home", storicamente famoso per essere un ambito punto di sosta e ristoro per tutti i camionisti che passavano e passano da lì. Lasciamo la macchina nel parcheggio dove due poliziotti stavano discutendo con una signora in auto, presumibilmente per una denuncia ed entriamo nel locale che è un negozio-ristorante. Pensavamo di trovare qualcosa di più interessante e invece siamo nell'ennesimo fast food, market e gift shop di sempre, quindi decidiamo di ripartire subito, dopo un'immancabile passaggio dai "Restroom". Massimo ancora subisce l'effetto USA sulla vescica e presenta un'autonomia molto ridotta. Ripartiti alla volta di Chicago scopriamo dalle segnalazione che sulla Interstate 55, più avanti, avremmo incontrato moltro traffico e la coda. Decidiamo quindi di raggiungere Chicago da strade alternative e prendiamo la statale 53 che passa in mezzo alle campagne e ai paesi e segue esattamente il percorso della route 66: alla fine il traffico ci ha fatto un favore. Intorno alle 18 arriviamo a Chicago, troviamo il nostro motel, sbrighiamo tutte le procedure per parcheggiare (a pagamento) che qui sono più complicate perché siamo in pieno centro e ci sistemiamo in camera. Dalla nostra stanza al dodicesimo piano si gode di una bella visuale sulla città e si domina su un bel tratto di tracciato del "Loop", la ferrovia metropolitana sopraelevata di Chicago. Di fronte a noi sono ben visibili alcuni grattacieli tra i quali la famosa "Willis Tower" (ex "Sears Tower") che con i suoi 500 metri di altezza si perde tra le nubi. Il tempo a Chicago non è un granché: il cielo è nuvoloso, c'è vento e minaccia di piovere. Tuttavia, dopo esserci sistemati e lavati, decidiamo di uscire a fare un giro di anteprima nella Chicago by night ed a cercare un locale dove cenare. Ci dirigiamo subito verso la Willis Tower che per molti anni è stata il grattacielo più alto del mondo e che fa veramente impressione quando dai suoi piedi si cerca di scorgere la cima, spesso immersa nelle nuvole. Il nostro motel si trova a 500 metri dalla riva del lago Michigan, poco distante da tutte le aree di interesse della città di Chicago. Questa sera abbiamo deciso di girare nelle vicinanze senza meta, rimandando a domani la vera visita alla città. Raggiungiamo la base della Willis Tower per impressionarci della sua altezza e ci giriamo un po' intorno osservando la città by night e la poca vita che c'è anche se sono appena le otto di sera. Dopo poco la stanchezza si fa sentire e ci fa optare per un Subway sulla via del rientro in motel, dove ci siamo fatti preparare il solito panino personalizzato. Prima di andare a letto guardiamo il meteo che non lascia ben sperare. Su tutti gli Stati Uniti ci sono temporali e per i giorni seguenti sono previste piogge consistenti sia su Chicago che su Washington, oltre ad un uragano che si sarebbe abbattuto a breve sulla Florida e gli stati limitrofi. Andiamo a letto sperando che il meteo ci conceda di riuscire a concludere il programma del viaggio, anche se ci rendiamo conto dell'immensa fortuna avuta fino ad oggi.

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Diciannovesimo giorno, 300 miglia percorse oggi e 4300 (6900 km) dall'inizio del viaggio.
Ormai nella zona dei laghi e delle pianure, abbiamo lasciato definitivamente il deserto e le montagne rocciose consapevoli di alcune verità prima sconosciute. Primo, i rattlesnake si chiamano veramente rattlesnake, non era solo il nome scherzoso che avevamo dato al serpente a sonagli. Secondo, i cactus non esistono. O, almeno, non sono nel deserto come hanno sempre voluto farci credere. Terzo, i "deer" sono malvagi. Sono dappertutto e cercano di sabotarci attraversando la strada di sorpresa e piazzandosi sui passaggi pedonali. Quarto, il deserto non è veramente deserto: c'è sempre un ninja col gippone che sorpassa.
La tabella di marcia oggi ci ha consentito una breve visita alla città di Saint Louis prima di partire per Chicago proseguendo sull'ultimo tratto (convenzionalmente il primo, visto che noi siamo andati controcorrente) della storica Route 66. Anche se già dalla nostra camera al dodicesimo piano in centro la vista sulla città non è male, ci siamo concessi una visita by night (da intendersi come "a buio", visto che alle 21 siamo rientrati stanchi come al solito) alla downtown di Chicago.
Mentre uragani e tornado si stanno abbattendo su gran parte degli Stati Uniti, noi speriamo nella giornata di domani per visitare la città...
Foto del giorno
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