Diciassettesimo Giorno - 2 Ottobre 2013
Roswell - Big Texan Steak Ranch - Oklahoma City
"Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: 'Non c'è altro da vedere', sapeva che non era vero." (José Saramago)
Normalmente abbiamo sempre scelto i luoghi dove andare a mangiare sul momento, ma in questo caso è diverso. Il Big Texan Steak Ranch di Amarillo, famoso grazie al programma
televisivo Man Versus Food, era una meta già stabilita da molto prima della partenza; il programma della giornata di oggi era stato pensato per poter passare da Amarillo proprio
intorno all'ora di pranzo, e così è stato.
Oggi ci aspettano ben 750 chilometri di strada da percorrere in più di 7 ore, ma la sveglia rimane impostata alle 8; il programma della giornata infatti prevede solo il viaggio
per Oklahoma City e l'attesissima sosta per il pranzo ad Amarillo. Ieri, nel tardo pomeriggio, abbiamo scoperto che proprio accanto al nostro motel di Roswell c'è un piccolo
ospedale con la piazzola dell'elisoccorso. Prima di partire, quindi, andiamo a fare qualche foto all'elicottero (d'altra parte siamo fissati) e approfittiamo anche per fare un
passaggio in "centro" a fotografare i lampioni a forma di alieno. Salutata la triste cittadina di Roswell ci inoltriamo di nuovo in mezzo al deserto in direzione Nord-Est verso
Amarillo, tappa sul percorso per la destinazione finale della giornata. Mentre il deserto del Nuovo Messico, di cui anche oggi abbiamo percorso ben 200 km, è completamente deserto,
quello del Texas è popolato da enormi allevamenti di bovini e fabbriche di mangimi, tutte collegate tra di loro da distese di binari ferroviari sui quali "corrono" dei treni
lunghissimi. Ogni grande allevamento o produzione di mangimi ha un'estesa rete di binari dove i vagoni vengono caricati automaticamente da dei grossi macchinari. Si capisce di
essere nello stato dei Cow Boys, vicino alla capitale mondiale della carne, Amarillo.
Dopo oltre 3 ore di viaggio e una di fuso orario, poco dopo le 13, arriviamo al Big Texan con estrema facilità perchè si trova proprio sulla I-40 ed è conosciuto dal nostro navigatore. Il Big Texan è
un locale storico della storica Route 66 ed ormai è diventata un'attrazione turistica, anche perché si mangia della carne fantastica. Il locale è anche noto per la famosa sfida della
bistecca da 70 once (2 kg), che se riesci a mangiarla tutta in un'ora, messo sul palco con il conto alla rovescia, non la paghi. Noi ovviamente non ce la siamo sentiti di accettare
la sfida e ci siamo accontentati di una piccola bistecca da oltre 7 etti, accompagnata con un paio di contorni. Da bere abbiamo scelto di non prendere alcol visto che avremmo dovuto
guidare ancora per molto e ci siamo accontentati di due bicchieri di Coca Cola che ci venivano riempiti a volontà. Arrivati al Big Texan abbiamo fatto le foto da pubblicare
immediatamente per fare invidia al mondo, ci siamo seduti ed abbiamo mangiato, faticando per scegliere dal vasto menù. Dopo pranzo una "piccola" sosta al negozio di souvenir
texani del locale ci ha finalmente consentito di vedere, in una teca di vetro, il famigerato "Rattlesnake", il serpente a sonagli. Il rattlesnake è stato il nostro compagno di
viaggio più fedele, perché già da prima del viaggio rappresentava l'immagine delle cose esotiche e pericolose che avremmo incontrato. La cosa singolare è che all'arrivo negli Stati
Uniti non ci ricordavamo più come si traducesse in inglese "serpente a sonagli" e scherzosamente lo chiamavamo "rattlesnake" pronunciato come si legge, per poi scoprire che quello
è effettivamente il vero nome. Probabilmente "rattlesnake" è la parola che abbiamo pronunciato di più durante il viaggio, insieme a "deer" e "squirrel", attribuendo scherzosamente
a quegli animali ogni tipo di potere e infilandoli in qualunque discorso come protagonisti.
Dopo un'ora e mezza finalmente ripartiamo dal Big Texan e presto, dopo pochi chilometri di strada, abbiamo occasione di dare estremo valore alla scelta fatta di non bere alcol.
Mentre percorrevamo la I-40 un'auto della polizia ci affianca e ci guarda, io guardo loro, guardo il tachimetro che segnava 75 e continuo per la mia strada visto che il limite
era 75. L'auto della polizia inizia a fare dei movimenti strani che noi non riuscivamo ad interpretare: prima va dietro di noi, poi ci sorpassa e affianca la macchina davanti
a noi come ad impedirci di sorpassare, poi fa dei giochi strani con le luci degli stop, fino ad accostare non appena compare la corsia di emergenza. Noi ci chiediamo se volessero
noi, ma non riusciamo a capire, finché non decidiamo che è meglio fermarsi, al limite ci sorpassano. Ma volevano proprio noi. Avevamo letto un po' ovunque che i poliziotti tengono
la guardia molto alta visto che negli Stati Uniti e soprattutto in Texas, molti possiedono armi. La regola è tenere le mani sul volante ben in vista e noi, ben lungi dal voler
violare questa regola, ci siamo immobilizzati in macchina con le mani sul cruscotto. Quando il poliziotto si è avvicinato al finestrino del passeggero, ha dovuto insistere un po'
affinché Massimo muovesse le mani e aprisse il finestrino. "bla bla bla bla bla". "Piano, piano... siamo italiani", abbiamo detto in inglese. Il poliziotto infatti era partito
in quinta a parlare e non si capiva nulla. "Quanto vi segnava il tachimetro?". "Settantacinque, perchè, quant'è il limite?". "Settantacinque, ma voi facevate settantotto, il
tachimetro non vi funziona bene, vi segna di meno". Ora, dire ad un poliziotto texano che è molto più probabile che sia il suo tachimetro che segna 78 quando fanno 75 perché i
tachimetri indicano sempre di più e mai di meno ci sembrava un po' azzardato, quindi abbiamo optato per un atteggiamento di sottomessa obbedienza. "Ah, può essere". Sono sceso
di macchina, ho aspettato sotto la sorveglianza di uno dei due poliziotti che l'altro finisse di prendere i dati e ho preso il foglietto che mi hanno dato: un WARNING. Il
poliziotto mi spiega che, anche se ho infranto il limite di velocità, siccome si vedeva che non l'ho fatto apposta allora non mi hanno fatto la multa, ma mi hanno solo dato
un avvertimento e la raccomandazione di tenere il tachimetro sotto il limite perché ormai è appurato, segna di meno. Io ringrazio, saluto i poliziotti ed entro in macchina,
esultante. Esultante non per non aver preso la multa, ma per essere stati femati da un Chuck Norris, dalla polizia di stato texana come nelle nostre migliori fantasie. Decisamente
una cosa da raccontare. Avremmo presto scoperto che in ogni caso anche la multa avrebbe fatto poca differenza perché il poliziotto aveva sbagliato il mio cognome, attribuendo
l'infrazione ad uno con qualche lettera in meno.
Siamo sul tracciato della storica Route 66 e oltre a dover fare benzina, da tempo bramiamo di fare una foto in un vecchio distributore storico. Arriviamo all'uscita del paese di
McLean, noto insediamento sulla 66 e decidiamo di uscire. Guarda caso accanto al nuovo e funzionante distributore al quale ci riforniamo di carburante, sono presenti anche delle
vecchie pompe di benzina. Ovviamente ne approfittiamo per farci le foto e per guardarci intorno. In effetti siamo proprio in un piccolo villaggio storico, nato grazie al passaggio
di viaggiatori che transitavano in passato sulla 66 e poi decaduto dopo l'arrivo della Interstate 40 che lo ha tagliato fuori dal percorso. Facciamo delle foto e poi ripartiamo alla
volta di Oklahoma City, senza più alcuna sosta.
Alle 19 passate, quando ormai il sole è tramontato e la luce del crepuscolo si è quasi esaurita, arriviamo al Red Roof Inn, il motel alla periferia di Oklahoma City che sarà
il nostro rifugio per la notte. Come se il destino avesse già deciso, proprio adiacente al motel un ristorante Denny's sembrava aspettarci: ovviamente noi non abbiamo tradito
le sue aspettative, concedendoci una cena a base di insalatona a chiusura di una giornata dedicata al viaggio ed al mangiare. Oggi abbiamo attraversato 3 stati USA, dal deserto
deserto del Nuovo Messico, al deserto rosso pieno di allevamenti del Texas, fino all'Oklahoma, dove il suolo arido lascia spazio alle immense distese di erba delle grandi pianure
del Nord Est. Oggi abbiamo lasciato definitivamente quell'affascinante ed emozionante paesaggio naturale costituito da rocce, deserto e piccole cittadine, per andare incontro,
nei prossimi giorni, a verdi prati, grandi laghi e popolose città. Un po' di nostalgia rimane, perché i luoghi che abbiamo visitato fino ad oggi hanno lasciato in noi il ricordo
di emozioni travolgenti, di sensazioni intense, di visioni impressionanti e non per ultime, di esperienze uniche. Ma il viaggio, si sa, è così: per andare avanti e scoprire nuove
cose è necessario lasciare indietro e salutare. Così, senza tante titubanze, domani faremo altri 800 km per raggiungere St. Louis, città del Missouri al confine con l'Illinois.
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Diciassettesimo giorno. Abbiamo constatato che il Texas è polveroso e puzza di (v)acca, però ad Amarillo fanno una bistecca favolosa. Da Roswell fino al confine col Texas
non si trova nulla, si fa solo una strada nel deserto; ma arrivati in Texas il deserto lascia spazio ad ampie distese di bovini, che possono essere gustati un po' ovunque.
Noi abbiamo scelto il Big Texan di Amarillo, locale storico sulla storica Route 66, e ne è decisamente valsa la pena: la bistecca da 24 once è spettacolare.
Anche se fino ad oggi non eravamo mai stati fermati dalla polizia, non era il caso di sfidare la sorte ed abbiamo evitato l'alcool. Mai cosa fù più saggia.
Essere affiancati e fermati dalla polizia di Stato del Texas era un'esperienza che mancava. Proprio in Texas, come nelle nostre migliori fantasie.
Il limite era 75 mph e il tachimetro segnava 75, ma loro hanno rilevato 78 e concluso che il nostro tachimetro è poco preciso. Tutto si è comunque risolto con la consegna
di un "Warning" e con un invito a stare almeno 3 mph sotto il limite, per evitare problemi in futuro. Molto accomodanti. Peccato che eravamo in Texas solo di passaggio e
l'abbiamo già lasciato.
Adesso, nel nostro motel di Oklahoma City, siamo intenti nella programmazione della giornata di domani che ci porterà nella città più grande del Missouri,
St.Louis, distante da qui ben 800 km.
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