IL VIAGGIO
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Quattordicesimo Giorno - 29 Settembre 2013
Flagstaff - Petrified Forest NP - Santa Fe


"La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo." (Fernando Pessoa)


Il tentativo di partire ad un'ora decente c'era visto che, seppure con molta fatica, siamo riusciti ad alzarci abbastanza presto. La colazione dal vicino Denny's di Flagstaff ci ha però richiesto più tempo del previsto, un po' per la nostra lentezza e rilassatezza nel mangiare, che ci siamo goduti a dovere, un po' per il piccolo e simpatico incidente che ha attirato su di noi la simpatia della cameriera. Insieme ai ricchissimi piatti a base di omelette, peperoni, funghi, salsicce e quant'altro, avevamo ordinato anche due bicchieri di acqua che ci sono stati portati pieni di ghiaccio. In un movimento sbagliato sono riuscito a dare un colpo ad entrambi i bicchieri e a rovesciarli completamente sulle gambe di Massimo che, bagnato e bello fresco, ha iniziato a ridere cercando di asciugarsi, senza speranza alcuna, i pantaloni. Notando quanto accaduto la cameriera si è avvicinata, si è messa a ridere con noi che avevamo preso la cosa nel verso migliore ed ha iniziato anche lei le sue scenette comiche nel tentativo di portarci qualcosa di utile per asciugare Massimo, ormai fradicio. Ovviamente anche i vicini e meno vicini di tavolo si stavano godendo la situazione e quasi tutta la sala è stata intrattenuta dalla vicenda. La cameriera ci ha definiti "funny" ed ha iniziato con noi una conversazione che ci ha portato a parlare degli Stati Uniti, dell'Ariziona e dei modi di dire dei diversi stati USA. Conclusa la buonissima e divertente colazione e finita la coversazione con la cameriera, in netto ritardo sulla tabella di marcia, salutando Flagstaff e la gente che fa colazione, ci siamo incamminati alla volta del Petrified Forest National Park, sulla strada per Santa Fe. Erano ormai le 11 di mattina passate.
Subito dal punto in cui inizia, a Santa Monica Beach, noi abbiamo lasciato la Route 66 per andare verso Nord a San Francisco e addentrarci nel deserto del Nevada e nei parchi dello Utah. Oggi finalmente riprendiamo da Flagstaff il percorso della storica Route 66, in alcuni tratti ancora visibile accanto alla Interstate 40 che fino ad Oklahoma City ne segue il tracciato. Buona parte della nostra conversazione durante il viaggio è consistita nell'indicare ogni strada parallela alla nostra chiedendoci se quella fosse la storica 66, alcune volte probabilmente azzeccandoci. Decidiamo che dobbiamo uscire almeno una volta dalla Interstate per percorrere almeno un pezzettino della Route 66 e lo facciamo nei pressi del Meteor Crater, in corrispondenza di un vecchio cartello che pubblicizzava un "Trading Post", negozio di souvenir e gioielleria indigena. Gia dal giorno prima ogni negozio di souvenir trovato lungo la strada veniva indicato con il nome di Trading Post. Il termine fa in particolare riferimento a quelle strutture che nel nord America del XVII e XVIII secolo erano situate lungo le rotte commerciali ed in modo particolare in luoghi di frontiera o scarsamente abitati per commerciare o barattare beni con le popolazioni native. Ci fermiamo vicino al Trading Post su un piccolo e dissestato tratto di strada che sicuramente corrisponde alla Route 66 storica e facciamo alcune foto nel mezzo al terreno rosso desertico dell'Arizona. Mentre stavamo facendo le foto e mentre Massimo stava raccomandandosi con me di fare attenzione ad inoltrarmi in quel terreno rosso che sicuramente non costituiva alcun pericolo ma che, nel nostro immaginario cinematografico, poteva nescondere chissà quali insidie, nella ferrovia di fronte a noi transita un treno merci. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che non siamo abituati a treni che durano chilometri e chilometri e che ci mettono minuti a passare. Per curiosità, durante il viaggio, ci siamo messi a contare per scoprire che i treni sono composti da 96 vagoni e 4 locomotive, decisamente molti di più di quelli che vediamo normalmente in Italia.
L'occasione per fermarci di nuovo poco dopo la prima sosta ce l'ha offerta la cittadina di Winslow, famosa come punto di interesse sulla storica Route 66. In effetti Winslow ha la tipica conformazione di città dell'West ed è stata resa turistica attraverso il recupero di alcune facciate che danno sulla strada principale, la 66, in stile Old West e tramite la creazione di una piccola piazza dedicata alla Route proprio in corrispondenza di uno degli incroci urbani principali. A Winslow ci fermiamo per entrare in un negozio di souvenir dal quale, ovviamente, portiamo via qualche portachiavi e qualche calamita prima di riprendere il nostro viaggio.
Per entrare nel Parco Nazionale della Foresta Pietrificata dobbiamo fare una deviazione sulla strada 180 che ci porta proprio all'entrata Sud. Non che la I-40 mostrasse intorno a sé grandi tracce di civiltà, ma con la 160 abbiamo veramente attraversato il deserto. Nulla intorno a noi fino all'orizzonte tranne la linea elettrica con i suoi tralicci di legno che segue la strada e l'immensa distesa di erba secca e piccoli cespugli, nati tutti sulla tipica terra rossa dell'Arizona. Niente di strano, è proprio quella l'origine del nome di questo stato: zona arida. Arriviamo all'entrata Sud del parco e ci fermiamo per usare il primo bagno della giornata e per fare un giro nel negozio di souvenir, che vende una notevole quantità di minerali e di piccoli pezzi di legno pietrificato. All'entrata del parco numerosi cartelli avvisano che portare via pezzi di roccia, minerale o qualunque altra cosa dai parchi è reato federale e trapela non tanto vagamente l'idea che se se ne dovessero accorgere non ci andrebbero tanto piano con l'eventuale trasgressore. Perfettamente d'accordo con queste politiche severe di tutela della natura, ci addentriamo nel parco della Foresta Pietrificata con la nostra Versa percorrendo la strada principale, lungo la quale si incontrano praticamente tutte le aree di interesse. Poiché il tempo a nostra disposizione non era molto, decidiamo di fermarci rapidamente in corrispondenza di una o due delle zone principali. La prima sosta, dopo aver studiato la cartina che ci è stata data all'ingresso, è dedicata al sentiero "Crystal Forest", che effettua un percorso circolare intorno ad una distesa di tronchi pietrificati. Eravamo tornati al caldo del deserto: la temperatura non era elevata, ma l'aria secca e il sole si faceva sentire molto intenso sulla nostra pelle, vista la splendida giornata limpida che anche oggi avevamo a disposizione. Poiché gli alberi erano solo un ricordo dei giorni precedenti, non esisteva per centinaia di chilometri qualcosa che fosse assimilabile ad un'ombra e che facesse da rifugio contro il sole battente delle 2 del pomeriggio. Decidiamo quindi di riempirci di crema solare prima di abbandonare l'amichevole abitacolo della nostra auto per avventurarci in quel torrido e luminosissimo ambiente. Il parco della Foresta Pietrificata non comprende paesaggi maestosi e spettacolare come quelli che avevamo avuto la fortuna di ammirare fino al giorno precedente, ma offre comunque alcune splendide curiosità come appunto i tronchi pietrificati. Nel triassico su quelle terre c'erano immense foreste che, una volta sepolte da strati e strati di terra e sottoposte all'azione dell'acqua, si sono trasformate in minerale. Nel corso delle ere geologiche l'acqua ha sostituito il legno con diversi minerali a seconda dei diversi strati, formando dei gioielli grandi come tronchi di legno che, in alcuni casi, si sono conservati perfettamente in tutta la loro lunghezza. Se ne sarebbero conservati molti di più se nel corso dei secoli precedenti tutta quella zona non fosse stata completamente depredata dai cercatori di tesori che hanno usato addirittura l'esplosivo per estrarre pezzi di legno pietrificato dalla roccia. Se non fosse stato messo in atto quello scempio, oggi avremmo la possibilità di ammirare immense distese di tronchi pietrificati; purtroppo ci dobbiamo accontentare di quello che è rimasto che, comunque, è particolarmente impressionante ed interessante.
Finiamo in una mezz'ora il percorso del sentiero che si sviluppa tra molti pezzi di tronco completamente mineralizzati su un terreno totalmente arido e poi, già belli cotti dal sole battente, rientriamo in auto per proseguire sulla strada del parco. La scusa successiva per fermarsi è l'Agata Bridge, un ponticello costituito da un albero pietrificato sotto il quale l'acqua ha scavato un piccolo fiume che ormai, visto il clima, è completamente asciutto. Una scusa, perché in realtà la sosta è stata utile a Massimo dato che in quel punto c'erano anche i bagni; il presunto effetto del caffè di Denny's infatti non era ancora terminato. Ci rimettiamo in marcia per fermarci pochi minuti solo in un altro punto panoramico e nel punto in cui la strada che stavamo percorrendo incontra il tracciato della Route 66 che in quel punto è ormai inesistente, ma è ricordata da un monumento a forma di vecchia auto, dai tralicci della antica linea elettrica che la costeggiavano e da un cartello che ne evidenzia il percorso. L'ultimo tratto della strada del parco costeggia le formazioni rocciose del "Painted Desert", una zona desertica caratterizzata da rocce molto variopinte che formano uno scenario surreale e molto particolare. Decidiamo comunque di ammirare il paesaggio dall'auto e di non fermarci, per dirigerci direttamente verso l'ingresso (per noi uscita) nord del parco che dà proprio sulla nostra Interstate 40. Dopo un giro al "Painted Desert Gift Shop", dove abbiamo comprato qualche schifezza da sgranocchiare durante il viaggio e qualche piccolo souvenir, siamo rientrati sulla Interstate in direzione Albuquerque. Erano le 16 e ancora oltre 4 ore di strada ci aspettavano. Riguardo ai fusi orari, non ci stavamo capendo assolutamente niente e certe volte non abbiamo avuto la minima idea di che ore fossero e se fosse cambiato fuso orario oppure no. I nostri cellulari aggiornavano automaticamente l'ora ma spesso ritardavano a farlo e quindi non siamo mai riusciti a sapere se quello che c'era scritto era affidabile oppure no. Risultato: spesso abbiamo creduto di passare un fuso orario e invece non l'abbiamo fatto, spesso il contrario. L'unica certezza riuscivamo ad averla la sera e la mattina, quando l'ora locale era scritta sui tabelloni nelle città o negli orologi dei motel. Ma anche questo è il bello di un viaggio come quello che stavamo facendo!
Mentre il sole era oramai quasi calato dietro di noi, iniziamo a scorgere sull'orizzonte i segni della presenza della citta di Albuquerque, che raggiungiamo subito dopo il tramonto. Ad Albuquerque, città che sorge nel deserto del Nuovo Messico ai piedi delle montagne, lasciamo la Interstate 40 per dirigerci verso Santa Fe sulla I-25. Passando dal caos di Albuquerque ci siamo resi conto della fortuna che abbiamo avuto a passarci di Domenica; se fosse stato un giorno feriale, probabilmente, saremmo rimasti imbottigliati nel traffico di quelle immense Highway. Un'ora dopo, quando ormai il buio ha preso il sopravvento, arriviamo al nostro motel di Santa Fe dove una giovane receptionist ci accoglie. Oltre ad avere la camera, le nostre esigenze erano due: trovare una lavanderia per il giorno dopo e capire come andare in centro. Evidentemente siamo stati troppo pressanti nel chiedere informazioni alla reception, perché siamo riusciti involontariamente a mettere in difficoltà la ragazza evidentemente nuova ed inesperta che, molto imbarazzata, ci ha dato delle risposte che poi erano accurate e che ci sono tornate utilissime. Dopo esserci sistemati in camera siamo andati alla ricerca della lavanderia che abbiamo trovato al volo nonostante lo scetticismo della receptionist e poi ci siamo goduti la meritata cena dal vicino Burger King. Il motel, nonostante il bassissimo costo, ci ha offerto una camera niente male che noi abbiamo subito sfruttato per riposarci dalle fatiche della giornata. Il programma di domani è: lavanderia e visita alla città di Santa Fe.

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Quattordicesimo giorno. La giornata inizia con una consistente colazione da Denny's dove la cameriera ha detto che noi siamo molto "funny". Alla fine, versare (accidentalmente) addosso a Massimo Pula ben due bicchieri da Coca Cola pieni di acqua e ghiaccio e poi riderci sopra a crepapelle pare sia stata una buona idea, vista l'attenzione divertita di mezzo ristorante che abbiamo attirato su di noi. Partiti in estremo ritardo e con un'ora persa per il fuso orario, la giornata è stata dedicata al viaggio verso Santa Fe, con un paio di fermate sulla Route 66 storica e un passaggio dal Petrified Forest NP. Fatta eccezione per il piccolo incidente mattutino e per il fatto che siamo riusciti a mettere in imbarazzo e far andare in palla totale la giovane receptionist del motel, la giornata è trascorsa tranquilla; siamo ancora stupiti del tempo bello che ci assiste dall'inizio di questo viaggio. Domani lasceremo riposare la nostra fedele Versa e visiteremo la capitale del Nuovo Messico, dalla quale ripartiremo Martedì.
Vista l'efficace connessione ad internet, è tempo di mettersi in pari con le foto di ieri.
Foto del giorno
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