Decimo Giorno - 25 Settembre 2013
Las Vegas - Hoover Dam - Valley of Fire - Saint George
"Viaggia. Cerca di farlo. Non esiste altro." (Tennessee Williams)
Tranne una mattina di pioggia a San Francisco, che non ha interferito con i nostri programmi, il tempo è sempre stato bellissimo per tutti questi giorni.
Stupiti ancora una volta per il limpido cielo azzurro e lo splendido sole che brilla su di noi, ci svegliamo nei comodi letti del lussoso casinò di Las Vegas, pronti per affrontare
una nuova giornata carica di avventure. Poiché siamo in un immenso villaggio di divertimenti e comfort, decidiamo di concederci una colazione all'interno dell'immensa hall del
casinò, in un café sui tavoli del quale consumiamo un buon muffin e ci rilassiamo con un bel caffé americano di quelli lunghissimi. Oggi l'abbiamo presa, ovviamente, un tantino
più con calma del solito, visto che la nostra meta finale del giorno non è lontanissima. In ogni caso, poco dopo le 10 decidiamo di partire, non prima di essere passati dal grande negozio
di ricordi e souvenirs all'angolo della strada.
Lasciamo Las Vegas senza tanta nostalgia, anche se inevitabilmente ogni distacco comporta la sua piccola o grande sofferenza. Alla fine stiamo vivendo un viaggio che ci porta in posti
da noi mai esplorati prima e molto diversi da quelli che siamo abituati a frequentare; un po' di tristezza a lasciarsi dietro le spalle questi luoghi è fisiologica! Ci dirigiamo verso la famosa
Diga di Hoover, che è stata la diga più grande del mondo per diversi anni e ancora fornisce elettricità a molti stati degli USA. Arriviamo a Boulder City, la città del Nevada
che confina, attraverso il fiume Colorado e quindi la sua diga, con lo stato dell'Arizona. Visto che in Nevada il parcheggio è a pagamento, oltrepassiamo il fiume percorrendo
la strada sulla diga e parcheggiamo nei posti gratuiti dell'Arizona, toccando ufficialmente il nostro terzo stato degli Stati Uniti. Passeggiamo sull'imponente diga facendo come al solito
decine e decine di foto sferzati dal forte vento che soffia da tutta la mattina, fino a che delle sirene non attirano la nostra attenzione e attivano in noi quello strano ma ormai
consueto meccanismo dell'arrapamento da emergenza.
Presto vediamo arrivare polizia e ambulanza proprio sopra la diga, dove siamo noi: un vero intervento del 911, come nei film! In realtà la situazione era molto tranquilla,
fortunatamente solo un piccolo malore di un dipendente della diga; questo non ci ha comunque fatto risparmiare dal fotografare ambulanza, poliziotti e paramedici. Dopo questo breve intermezzo
e la visita al resto della diga decidiamo che è ora di pranzo e che è il caso di inizare a ripararsi dal cocente sole che splendeva sulle nostre teste e che cuoceva la nostra pelle.
Ci infiliamo nel fast food della diga, sul lato Nevada e mangiamo i soliti panini iperfarciti da hamburger, salse e insalate e beviamo coca cola in dei bicchieri con il logo della
diga che avremmo voluto portare via, ma alla fine dovevamo pensare anche al peso e volume del bagaglio.
Ripreso il viaggio ci dirigiamo verso la Valley Of Fire, un parco statale del Nevada poco pubblicizzato, che abbiamo trovato per caso su Google Maps mentre preparavamo l'itinerario
del viaggio e che si trova proprio sul percorso verso la meta finale della giornata. Giunti all'inizio del parco paghiamo l'ingresso ed iniziamo a percorrere la strada panoramica.
Come ci aspettavamo siamo di fronte ad un altro spettacolo della natura, vedendo il quale si capisce da cosa deriva il nome "Valle del fuoco". Siamo in mezzo ad una distesa di rocce
di colore rosso fuoco che creano un'atmosfera per noi assolutamente nuova. Decidiamo di fermarci per percorrere un sentiero indicato sulla mappa del parco e che promette di portarci
in un anfratto tra le rocce nel quale anni fa si è rifugiato anche un ricercato e dove sono ancora presenti dei geroglifici sulle rocce rosse. Il sentiero ci porta all'interno di un
piccolo canyon dal fondo piatto e sabbioso, immerso nel rosso di quelle rocce profondamente lavorate dalla sabbia alzata dal vento, la quale oggi stava lavorando anche sulla pelle
delle nostre gambe nude, aiutata dal forte vento che ancora non si è calmato. Colpiti dalla bellezza di quegli scenari naturali decidiamo di proseguire sulla strada panoramica
del parco per poter godere della vista e ci fermiamo quà e là per fare delle foto, anche rischiando di essere spinti nei precipizi dal forte e insistente vento.
A malincuore lasciamo questo scenario emozionante e ci dirigiamo verso lo stato dello Utah, dove ci aspetta il motel che abbiamo prenotato. Data la flemma della giornata, alla fine
comprendiamo di non essere proprio larghi con i tempi e ci ritroviamo a viaggiare sul calare del sole. Anche il viaggio verso St. George è riuscito ad offrirci delle visuali
notevoli, soprattutto nel punto in cui la Interstate 15 passa all'interno dello stretto canyon del fiume Virgin che infonde un senso di timorosa riverenza. Arriviamo a St. George
che è ormai buio e prendiamo possesso della nostra camera del motel che, con nostra grande sorpresa, consiste in ben due stanze con un letto matrimoniale per ciascuna. Felici
come bambini, dopo esserci divisi gli spazi, ci sistemiamo e ci dirigiamo a cercare un posto per la cena tentando di valorizzare uno dei buoni sconto che abbiamo trovato in camera.
Con calma, perché erano appena le 20. Erano, sì, ma in Nevada. Camminando in strada notiamo che un orologio di un cartello indica che sono le 21.10: ci eravamo mossi di un fuso
orario senza saperlo e i nostri cellulari, che invece dovrebbero saperlo, si stavano aggiornando con molta tranquillità. Guarda caso uno dei nostri buoni sconto era per un Denny's
vicino a noi quindi, senza esitazioni, decidiamo di eleggere quello a luogo della nostra cena. La serata era calda, i termometri segnavano 24 gradi, e così abbiamo deciso di farci a piedi
andata e ritorno i due km che separavano il nostro motel dal ristorante, prima di rientrare definitivamente in camera e concludere la serata, come sempre, facendo il resoconto di
tutta la giornata.
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Decimo giorno. E' simpatico uscire con calma per andare a cena pensando che siano quasi le 20, per poi scoprire da un tabellone che in realtà sono le 21, perché senza saperlo ci siamo mossi di un fuso orario. Comunque, in questo immensa area di servizio che è la città di St. George, non mancano i ristoranti e i fast food aperti fino a tardi, quindi tranquilli, non siamo morti di fame. In realtà non sono mancati neanche gil altri pasti, né la colazione al nostro casinò-hotel, né il pranzo nel ristorante della diga di Hoover. Prima di lasciare definitivamente il Nevada alla volta di questa città dello Utah, trasportati dalla nostra fedelissima Nissan Versa, non ci siamo voluti privare dell'escursione nella splendida Valley of Fire, della quale si comprende facilmente l'origine del nome una volta dentro i suoi canyon e sopra le sue rocce di colore rosso fuoco. Tra l'altro oggi abbiamo anche capito come si sono formate tutte quelle rocce strane, provando sulla nostra pelle l'azione erosiva della sabbia alzata dal vento a 60 Km orari.
Adesso, in una camera di lusso pagata quanto una cena al fast food (tutto vero!), andiamo a letto per prepararci alla giornata di domani: Zion National Park e Brice Canyon.
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